Come trovare un finanziamento con Partita Iva
Chiedere un prestito con Partita Iva è considerata spesso un’impresa impossibile. Per fortuna le cose non stanno così, dal momento che esistono numerose soluzioni di accesso al credito per chi non ha una busta paga in quanto esercita un’attività in libera professione.
I cambiamenti subiti dal mercato del lavoro hanno infatti portato ad una maggiore apertura di partite iva. Fenomeno che interessa tutte le figure lavorative autonome, ma in modo particolare i più giovani. Sono molti infatti i ragazzi che non riuscendo a trovare un lavoro come dipendente prendendo in esame la possibilità di avviare una carriera come lavoratore autonomo o libero professionista.
Quanti rientrano in queste categorie professionali e hanno necessità di ottenere del denaro extra possono scegliere di chiedere un prestito con Partita Iva. Nell’attuale mercato dei prestiti sono diverse le soluzioni a tal proposito.
Prima di analizzare le varie forme di finanziamento accessibili ai titolari di Partita Iva è necessario ricordare che in linea generale l’accesso al credito risulta più difficile per gli autonomi rispetto ai lavoratori dipendenti.
La ragione ovviamente deriva dal fatto che questi soggetti non possono contare su un’entrata mensile fissa. Condizione che li rende maggiormente a rischio di insolvenza, dal punto di vista di banche e finanziarie.
Prestito cambializzato per i titolari di Partita Iva 2017
Chi vuole sapere come chiedere un prestito con Partita Iva può trovare nel prestito cambializzato una soluzione molto valida. Per quale motivo? Perché si tratta di uno strumento flessibile, che consente di ricevere la somma richiesta entro massimo 48 ore.
Il prestito cambializzato è accessibile a chi non ha busta paga, ma anche ai cattivi pagatori e ai protestati. Questi due aspetti rendono il cambializzato un prodotto considerato a rischio d’insolvenza, motivo per cui le realtà creditizie tendono ad alzare il tasso per tutelarsi.
Per chiedere un prestito con Partita Iva è necessario informarsi sulle caratteristiche dei prestiti cambializzati, che permettono di accedere al credito senza avere una busta paga. Questo non vuol dire che non sia necessario presentare delle garanzie.
Nel caso dei liberi professionisti è sufficiente la titolarità di una polizza vita attiva da almeno due anni. I dipendenti, invece, devono vincolare il TFR, che non può essere toccato fino alla fine del piano di ammortamento. La durata massima prevista per il rimborso corrisponde a 120 mesi.
Questo senza considerare che la presenza delle cambiai rappresenta un’ulteriore garanzia per la banca o la finanziaria. Ricordiamo infatti che in caso di mancato pagamento di una o più rate da parte del beneficiario, l’istituto di credito ha la possibilità di richiedere il pignoramento dei beni del debitore.
Come chiedere un prestito con Partita Iva cambializzato? A chi rivolgersi? Sebbene si tratti di prodotti piuttosto diffusi, i prestiti cambializzati non sono normalmente connessi dalle grandi banche e finanziarie. Ad erogarli infatti sono gli istituti di piccole dimensioni che operano online. Tra i principali ricordiamo Easymoney, PrestiMarket e TeoremaFin.
Finanziamenti per liberi professionisti con garante
Chi vuole sapere come chiedere un prestito con Partita Iva deve prendere in considerazione anche la soluzione con garante. Sceglierla significa ricordare che ci sono delle regole specifiche. La prima riguarda l’affidabilità reddituale del terzo soggetto in questione che, possibilmente, deve essere un lavoratore a tempo indeterminato.
Il garante deve intervenire in maniera straordinaria, in quanto il principale riferimento per il rimborso delle rate deve essere considerato il beneficiario. Da specificare è che le realtà creditizie accettano con maggior favore le richieste di accesso al credito che arrivano da chi ha una busta paga.
Questo non significa però che un lavoratore autonomo non possa fare da garante per un finanziamento. In tal caso sarà necessario dimostrare che tale soggetto può contare su delle entrate costanti nel tempo.
A prescindere dalla posizione lavorativa, per essere un garante è necessario rispettare il requisito anagrafico fissato dalla banca che concede il prestito. Difficilmente inoltre si otterrà la somma se il garante ha in corso altri finanziamenti, oppure ha subito pignoramenti o protesti.
Le garanzie alternative
Quando si parla di come chiedere un prestito con Partita Iva, tra le soluzioni che possono essere citate è presente quella delle garanzie alternative alla busta paga. Chi non può garantire la ricezione costante di un reddito può però presentare come garanzia di solvibilità la proprietà di un immobile sul quale non gravano ipoteche.
Rientrano nelle garanzie alternative anche i canoni di affitto, la titolarità di assegni divorzili e la proprietà di pacchetti azionari od obbligazionari. Anche in questo caso va ricordato il fatto che le banche e le società finanziarie tendono a guardare con occhio migliore le richieste da parte di clienti con stipendio sicuro, considerato ancora la principale garanzia di solvibilità.
Tra le varie soluzioni da prendere in esame quando si desidera chiedere un prestito con partita Iva ricorrendo a garanzie accessorie ricordiamo gli assegni di mantenimento. Se una donna percepisce un assegno mensile di mantenimento dall’ex marito può presentarlo come garanzia per il rimborso del prestito.
In tal caso però è necessario dimostrare che l’assegno rimarrà nelle sue disponibilità per tutto il periodo previsto per il piano di ammortamento del prestito.
Credito su pegno
Quanti hanno necessità di chiedere un prestito con Partita Iva per ottenere denaro nell’immediato possono ricorrere ai prestiti su pegno. Si tratta di una forma di finanziamento piuttosto datata, ma ancora in uso presso alcuni istituti di credito.
La logica alla base della concessione le prestito è semplice. A garanzia del prestito viene posto un bene di valore, che rimarrà impegnato fino alla totale estinzione del prestito. In caso di mancato pagamento il bene passa alla banca che si occupa di venderlo per rientrare del capitale.
L’importo finanziabile varia a seconda del valore di mercato del bene, che viene infatti sottoposto ad una stima da parte dell’istituto di credito che eroga il finanziamento. Il tasso d’interesse è fisso e solitamente i prestiti su pegno risultano poco vantaggiosi.
Le rate hanno cadenza mensile. Per quanto riguarda la durata, trattandosi di prestiti personali, i finanziamenti su pegno possono arrivare anche a 10 anni ma in linea di massima si trovano solo prestiti con una durata compresa tra 3 e 12 mesi.
Come ottenerlo
Chi li eroga? Sono pochi gli istituti che concedono finanziamenti su pegno. Dato che si tratta di una forma di prestito regolamentata dalla normativa vigente, i finanziamenti di questo tipo possono essere concessi solo dagli istituti di credito aderenti all’Associazione Italiana degli Istituti di Credito su Pegno.
L’elenco delle banche e finanziarie autorizzate conta all’incirca 50 istituti e può essere consultato direttamente online sul sito di Assopegni.
Tra gli istituti di credito che erogano finanziamenti su pegno ricordiamo Unicredit, che concede denaro su pegno in 35 delle sue filiali. Qui i clienti possono contare sull’assistenza di qualificati stimatori che si occuperanno di definire il valore del bene che si intende impegnare.
E nei laboratori di Palermo e Roma sono disponibili anche dei gemmologi esperti pronti ad esaminare e certificare le eventuali gemme da impegnare, sia sciolte che montate su gioielli.
Sottoscrivendo un prestito su pegno con Unicredit sarà possibile ottenere la somma immediatamente. Ricordiamo infine che l’istituto si occupa anche di custodire i beni impegnati, che saranno tenuti in ambienti protetti.