Prestiti a chi ha avuto problemi
La perdita del posto di lavoro, in tempi di crisi, è purtroppo un’eventualità all’ordine del giorno. Circostanza che porta con sé inevitabili difficoltà nel pagamento dei finanziamenti. Si entra così a far parte della categoria dei cattivi pagatori, o peggio, dei protestati. L’accesso al credito diviene molto più complesso, banche e finanziarie sono restie nell’accordare prestiti a protestati e cattivi pagatori.
Il fatto che l’accesso al credito sia complicato per quanti sono segnalati nei database CRIF non significa però che non sia possibile ottenere prestiti a protestati e cattivi pagatori. Vi sono diversi istituti di credito infatti disposti a concedere finanziamenti a chi ha avuto problemi creditizi.
Come cancellarsi dal CRIF
Prima di passare in rassegna le varie soluzioni di prestiti a protestati e cattivi pagatori è necessario fare una precisazione. Sia la segnalazione nelle liste CRIF che quella nel registro dei protestati possono essere rimosse.
Nello specifico, l’iscrizione del cliente nei registri dei protestati si cancella più velocemente tanto prima sono risolti gli insoluti alla base dell’iscrizione stessa.
In merito ai cattivi pagatori, la segnalazione dei problemi nel processo di rimborso di un finanziamento rimane negli archivi CRIF per un periodo variabile dai 12 ai 36 mesi. In modo particolare avremo:
- nell’eventualità di ritardi nel pagamento per un periodo massimo di due rate, la segnalazione CRIF permane per 12 mesi dal momento in cui si è sanato il debito, purché non si determinino altri ritardi;
- qualora invece i ritardi corrispondano a un minimo di tre rate, la segnalazione rimarrà per un periodo corrispondete a 24 mesi da quando il cliente ha fatto fronte ai propri impegni economici in sospeso;
- se infine i prestiti non sono rimborsati, l’iscrizione nei registri resta per 36 mesi dal giorno di estinzione della linea di credito rilevato a livello contrattuale o dall’ultima segnalazione dell’ente erogatore.
La cancellazione è completamente gratuita. È necessario ricordare però che la cancellazione dei dati negativi dalle liste CRIF può avvenire solo a condizione che siano trascorsi i tempi previsti. Il nostro consiglio quindi è di diffidare dalle società poco oneste che propongono di cancellare i dati negativi dalle liste CRIF a fronte di un pagamento.
Cancellare un protesto
Diversa è la questione che interessa i protestati, iscritti nel Registro Informatico della Camera di Commercio. I procedimenti necessari per produrre la cancellazione sono da porre in rapporto diretto all’insolvenza finanziaria in corso.
Qualora il cliente non abbia pagato delle cambiali, una volta ripianati i debiti dovrà contattare la Camera di Commercio e comunicare la documentazione prevista, attinente al chiarimento della propria condizione debitoria. Ciò deve verificarsi entro un anno dalla levata del protesto.
Prendendo invece in considerazione un protesto inerente a un assegno bancario, il soggetto potrà cancellare ufficialmente la propria condizione debitoria rivolgendosi al Tribunale competente per zona o residenza. Solo dopo aver portato a termine l’iter previsto, l’ex debitore non figurerà più nell’elenco dei protestati.
Nella peggiore delle ipotesi, ovvero nell’eventualità di mancato pagamento, l’iscrizione nel registro della Camera di Commercio sarà pari a cinque anni. Al termine di questo periodo il protesto andrà a decadere in modo del tutto automatico, a prescindere dal perdurare della condizione debitoria.
Cessione del quinto per cattivi pagatori
Dopo aver fatto il punto su come avviene la cancellazione dalle liste CRIF o dal registro dei protesti, passiamo ai prestiti a protestati e cattivi pagatori. Quando a richiedere il finanziamento è un soggetto segnalato come cattivo pagatore è possibile optare per la cessione del quinto.
Si tratta di una delle soluzioni più diffuse quando si parla di prestiti a protestati e cattivi pagatori. A differenza di quanto accade con i tradizionali prestiti personali, la rata mensile viene detratta direttamente dalla busta paga o dalla pensione del beneficiario.
Detrazione che avviene ad opera del datore di lavoro o dell’ente previdenziale che eroga la pensione. Come si evince dal nome, i prestiti su cessione del quinto prevedono una rata massima pari a un quinto dello stipendio o della pensione.
In altre parole, la rata mensile prevista dal finanziamento non può superare il 20% del reddito netto percepito dal beneficiario. Il tasso d’interesse è fisso e il piano di ammortamento può estendersi al massimo per 120 mesi.
La somma massima finanziabile varia a seconda della capacità di rimborso del richiedente. A tal proposito ricordiamo che i prestiti su cessione del quinto possono essere concessi anche in presenza di altri finanziamenti.
Chi può ottenere il prestito
Come abbiamo già accennato, i prestiti su cessione del quinto sono accessibili solo ai titolari di pensione o busta paga. Non possono quindi ottenere il credito i lavoratori autonomi, poiché sprovvisti di un reddito fisso.
Per quanto attiene i documenti da presentare, i lavoratori dipendenti devono presentare le ultime buste paga. I pensionati invece devono produrre la certificazione di quota cedibile della pensione. Quest’ultimo è un documento che indica la rata massima che può avere il prestito su cessione del quinto.
Per i lavoratori dipendenti, ai fini dell’accesso al credito è necessario anche poter vantare un’anzianità lavorativa minima. Questo perché i prestiti su cessione del quinto trovano un’ulteriore forma di tutela nel TFR maturato dal lavoratore. Il Trattamento di fine rapporto viene infatti vincolato per tutto il periodo del rimborso.
Il lavoratore non ha quindi la possibilità di richiedere anticipi sul TFR finché il debito non è completamente estinto. Nel caso di prestiti su cessione del quinto della pensione, è la pensione ancora spettante ad essere vincolata.
La normativa vigente prevede inoltre la sottoscrizione di una polizza assicurativa a garanzia del prestito. Copertura che risulta obbligatoria, pena il rigetto della domanda.
L’assicurazione deve coprire sia in caso di morte del richiedente che in caso di perdita del posto di lavoro. È necessario precisare però che la polizza interviene solo se le somme ancora dovute eccedono il TFR o la pensione. I costi della polizza vengono detratti direttamente dalla banca, che concede la somma la netto di tali spese.
Prestiti cambializzati
Dopo aver visto le caratteristiche dei prestiti a protestati e cattivi pagatori su cessione del quinto, passiamo ad una soluzione accessibile anche ai lavoratori autonomi. Stiamo parlando dei prestiti cambializzati.
Soluzioni di accesso al credito che consentono di ottenere denaro anche a quanti hanno avuto problemi nel rimborso di un passato finanziamento. Sebbene gli istituti di credito siano restii a concedere prestiti a protestati e cattivi pagatori, i prestiti con cambiali sono prodotti particolarmente garantiti. Caratteristica che consente l’accesso al credito anche a quanti sono segnalati come cattivi pagatori o protestati.
Per ottenere un prestito con cambiali infatti è necessario essere in possesso di un reddito dimostrabile. Reddito che può derivare sia da un’attività di lavoro autonomo che dipendente. In ogni caso è necessario che il reddito percepito dal richiedente risulti adeguato a garantire il rimborso delle rate.
Oltre alla presenza del reddito, i prestiti cambializzati sono garantiti dalla presenza di cambiali. Titoli di credito che corrispondono alle rate di ammortamento del prestito. In questo modo, in caso di mancato pagamento, la banca può richiedere il pignoramento dei beni del debitore.
A fronte di tali garanzie, banche e finanziarie sono quindi disposte a concedere prestiti a protestati e cattivi pagatori con cambiali. Per maggiori informazioni sui finanziamenti per chi ha avuto problemi e rimanere aggiornati sulle migliori offerte di mercato, continuate a seguire il nostro portale.