I rischi della cessione del quinto dello stipendio
La cessione del quinto dello stipendio è una delle forme di prestito personale che banche e finanziare sono maggiormente disposte a concedere. Si tratta infatti di un particolare finanziamento che prevede il rimborso delle rate delegato al datore di lavoro. Tuttavia prima di sottoscrivere un prodotto di questo tipo è necessario anche valutare i rischi cessione del quinto.
La prima cosa da dire quado si parla di cessione del quinto dello stipendio è che si tratta di un finanziamento a tasso fisso con un piano di ammortamento a rate costanti. La denominazione “cessione del quinto” viene dall’importo della rata che non può superare appunto la quinta parte dello stipendio del richiedente al netto delle tasse.
Per ottenere in prestito cifre più ingenti esiste anche la possibilità, sottoscrivendo una delega di pagamento, di raddoppiare l’importo della rata, portandola ai due quinti dello stipendio.
Costi ed estinzione del finanziamento
Oggi la cessione del quinto è uno dei prestiti personali più richiesti nel mercato finanziario, tuttavia prima di scegliere questa opzione è sempre consigliato fare un’attenta valutazione degli svantaggi e dei potenziali rischi cessione del quinto.
Ma quali sono i rischi cessione del quinto? Di fatti questa forma finanziaria pone alcuni limiti e problemi che non si riscontano in altre tipologie di prestito. In primo luogo il costo della cessione del quinto supera mediamente del 20% quello del prestito personale e del prestito al consumo.
Questo perché i costi accessori, più gravosi rispetto a quelli delle altre forme di prestito, aumentano sensibilmente il TAEG applicato. La ragione è da ricondursi al fatto che i prestiti su cessione del quinto sono accessibili anche a cattivi pagatori e protestati.
Situazioni in cui la banca applica tassi maggiori al fine di tutelarsi dal rischio di insolvenza. Di conseguenza però il costo medio risulta più alto di quello dei prestiti personali, normalmente non concessi a chi ha avuto problemi con in precedente prestito.
In caso di estinzione anticipata, il contratto di prestito su cessione del quinto prevede che i costi accessori debbano essere comunque pagati integralmente all’istituto bancario erogatore. Nell’ipotesi in cui invece si presenti la necessità di consolidare il prestito, sarà necessario estinguere il contratto esistente e stipularne uno nuovo.
In quest’ultimo scenario quindi andranno sostenuti non solo i costi dovuti all’estinzione di un finanziamento ma anche quelli per l’apertura di una nuova linea di credito. Spese che vanno dall’istruttoria della pratica all’imposta di bollo applicata sul contratto di prestito.
Cosa succede in caso di mancato pagamento cessione del quinto 2017
Ma quali sono i rischi cessione del quinto in caso di insolvenza? Per comprendere a pieno il meccanismo della cessione del quinto e quindi i rischi associati è necessario chiarire un punto. Poiché il rimborso delle rate è affidato al datore di lavoro il rischio di insolvenza nei prestiti su cessione del quinto è praticamente azzerato.
Fino a quando vi sarà una busta paga dalla quale il datore di lavoro potrà attingere per la decurtazione della rata mensile, infatti, è praticamente impossibile che si verifichi il mancato pagamento delle rate.
Ipotizziamo tuttavia che si verifichi una situazione per cui alla banca non vengono più corrisposte le rate mensili. Cosa accade in questa ipotesi? Se il rapporto di lavoro, sulla base del quale è stato stipulato il prestito cessione del quinto, dovesse cessare, la banca erogatrice del prestito potrà prelevare l’importo dovuto direttamente dal TFR maturato dal cliente.
Il trattamento di fine rapporto viene infatti vincolato alla sottoscrizione del contratto e rimane tale fino alla fine del piano di ammortamento. In altre parole per tutta la durata del rimborso non sarà possibile per il lavoratore ottenere anticipi sul TFR.
La copertura assicurativa
Se invece il beneficiario del prestito perde il posto, ha un infortunio o una malattia che non gli consente più di lavorare oppure muore sarà l’assicurazione ad intervenire. La normativa vigente prevede l’obbligo per il cedente di sottoscrivere a protezione del prestito su cessione del quinto una polizza contro rischio vita e rischio impiego.
Assicurazione che ha lo scopo di ripagare la banca in caso di morte o perdita del posto di lavoro. Tuttavia questo non significa che la compagnia assicurativa non si rifaccia sul beneficiario del prestito o sui suoi familiari. Non solo. La copertura assicurativa si attiva solo per le somme ancora dovute eventualmente eccedenti l’importo del TFR cumulato.
Possiamo quindi concludere che in caso di insolvenza il principale rischio per il lavoratore è di vedersi portare via il TFR cumulato e, in caso di attivazione della polizza, dover ripagare anche l’assicurazione.